lunedì 16 dicembre 2013

Gli invasori

Sono timida.
È difficile che mi metta a parlare con le persone che conosco poco, a meno che queste non mi facciano sentire a mio agio.
Raramente mi sento a mio agio.
La premessa iniziale è doverosa, dato l'argomento che sto testé per introdurre – perché fossi stata, che ne so, l'animatrice del villaggio turistico La Testuggine d'oro di Baia dei Tramonti, probabilmente avrei reagito al fatto in maniera più energica e ridente e, per smaltire la rabbia, non mi sarei di certo messa a scrivere, ma starei tenendo una lezione di zumba acrobatica in piscina.

Ma cerchiamo di capire insieme, io e voi, vastissimo pubblico di lettori di questo blog atematico. 
Cerchiamo di capire, perché io mi sento un po' impreparata. E spersa. 



È la domanda del giorno – no, ma cosa dico: è la domanda della vita
Me lo sto chiedendo perché ho appena subito un atto di invadenza bella e buona, di quelli che ti trasmettono un lievissimo nervosismo che, lasciato macerare, tende a tramutarsi in istinto omicida. 
Per dire: ho ingurgitato lo yogurt senza cucchiaino, gorgogliando come un lavandino tappato, perché era il primo oggetto innocente su cui mi potessi sfogare. 
Non mi sono sfogata. 


Richiedo a voi, folla di genti: cosa spinge le persone ad essere invadenti? 
Ad entrare nello spazio altrui senza chiedere permesso? 
A restarci, anche dopo che lo sguardo, il viso, l'intero corpo della persona invasa hanno supplicato pietà, hanno mandato segnali chiarissimi di disagio? 
E non bisogna essere per forza timidi, per sentirsi a disagio: semplicemente, uno potrebbe non avere nessunissima intenzione di avere vicino alcunché. O di avere vicino proprio te, sì, è inutile che fai l'offeso. 

E ancora vi chiedo: Cosa spinge una persona invadente a non rendersi conto della propria invadenza

Non so, qualche microtossina si impossessa del suo cervello e le impedisce di recepire i segnali della persona che si trova di fronte? 
La quale persona, durante il suo monologo, si è scarnificata le unghie nei momenti di calma, mentre al culmine dell'ansia si è auto cavata quell'ascesso dentario che le dava un po' fastidio negli ultimi giorni? 


Se parli con qualcuno e per mezz'ora questo non ti risponde, non dico che ti debba venire il dubbio che il tuo interlocutore sia morto, ma almeno assicurati che sia interessato. Che sia partecipe. 
Se ti avvicini ad una persona e questa fa un passo indietro, e tu ti riavvicini e questa fa un altro passo indietro, perché la prima cosa che pensi è che voglia ballare il cha cha cha? Non ti viene il dubbio che forse le stai alitando in faccia da mezz'ora e la cosa potrebbe non farle piacere? 
Specifico: puoi anche profumare di rose, non mi interessa
Esiste uno spazio vitale all'interno del quale io vivo, penso, respiro. Accedere a questo spazio vitale richiede un permesso, che non ti voglio concedere. 

Non comprendo la ragione per cui alcune persone non percepiscano il disagio negli altri. Perché sono costretta a dirti “Non sono una che parla tanto”? La verità è che non voglio parlare tanto con te, ma cosa nel mio atteggiamento non te lo fa comprendere? 


Mi sono avvicinata? No. 

Ti ho accolto con un grande sorriso? No, ti ho accolto con un sorriso gentile, ma perché così trovo giusto si faccia tra animali. Ma tu non ti puoi approfittare di Signora Gentilezza, che mi impedisce di mandarti via a testate. 

Quando hai fatto il battutone “Ma dai, che amica sei?” la mia risposta “Amica di chi?” ti ha forse lasciato qualche dubbio residuo sulla tipologia del nostro rapporto? Probabilmente sì, visto che hai continuato bellamente a ciarlare e ad appropinquarti alla sottoscritta. 
Voglio dire, ad una risposta del genere un vago sentore d'offesa io l'avrei avvertito. 


Sono scombussolata, lo ammetto. 
Sono anche una persona piuttosto suscettibile, questo non lo posso negare. Probabilmente, se avessi avuto un carattere diverso, il qui presente papiro non sarebbe mai stato vergato. 
Ma è il carattere che mi è stato dato in sorte. 
Amo le persone educate, non ci posso fare niente.

4 commenti:

  1. Gli invadenti sono ingenui.
    Finchè qualcuno non gli dice in faccia che, appunto, sono dei fottuti invadenti.

    Post fantastico, comunque.

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    Risposte
    1. Un argomento del genere non poteva che essere commentato da una persona col tuo nome ;)
      Sì, devo ammettere che per un istante ho sospettato che si trattasse solo d'ingenuità...ma effettivamente farglielo notare non sarebbe stato un male, ecco.

      Grazie, comunque.

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    2. Ahah, condivido pienamente.

      Ma sai una cosa? A volte, lasciarsi trasportare dai discorsi di una vecchietta alla fermata dell'autobus può anche riuscire a stamparti un sorriso in faccia senza averlo preventivato.
      Dipende sempre... a volte sono persone ingenue, altre sono fastidiosissime.

      Ciao! ^_^

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    3. Sì, ma infatti dipende dai casi...a me piace ascoltare la gente anche sconosciuta quando ha qualcosa da raccontare - alla fermata dell'autobus in effetti puoi incontrare il mondo. Possono essere momenti belli, divertenti, a volte addirittura poetici!

      Ma qui, fidati...non sapevo dove e come scappare, mi sono sentita braccata!

      Ciao Cris ;)

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