martedì 22 luglio 2014

Sono stata vittima di smarrimento

Sono una di quelle persone che considera la borsa un surrogato della casa.
Solo, una casa poco stabile.
In genere, dopo un mese-due, le sue fondamenta cominciano a cedere, non potendo più reggere il contenuto a cui quotidianamente la sottopongo. E mi tocca trovarmene un'altra. 
Questo nonostante lo sforzo – nobilissimo - di mia sorella, che mi ha regalato una borsa piccola solo per provare il gusto di ordinarmi:

"Non ti permettere di metterci dentro libri e acqua"

Che è un po' come tagliarmi i viveri.
Per cui se mi domandassero "Cosa tieni dentro la borsa?" l'unica risposta davvero esaustiva sarebbe "Tutto".

Tutto.


Inversamente proporzionale al contenuto del succitato oggetto in pelle deve essere invece il contenuto della mia testa, a quanto pare. Per lo meno nella zona (che immagino esista) che si occupa della Coscienza del corpo e della sua presenza nello spazio circostante
Perché altrimenti avrei memoria di dove, tre settimane fa, all'aperto, in una serata di festa, tra una chiacchiera e l'altra, io abbia, per un momento, appoggiato la mia borsa.
E invece questa memoria mi manca.
La borsa pure.

Era blu
Aveva la tracolla un po' screpolata, è vero, ma resisteva impavida da un numero considerevole di mesi ai miei maltrattamenti, alle penne senza tappo e al peso di Infinite Jest.
Era comoda. 
Senza fronzoli, senza targhe, senza nomi, si adattava con naturalezza a qualsiasi abbigliamento. L'unico orpello che si era concessa era la cerniera.
Dentro di lei c'era una vita irrequieta, una macchina fotografica di appena 20 giorni, un'agenda in cui raccoglievo tutte le note di tutti i miei giorni e tenevo il conto dei libri letti quest'anno, un diario iniziato da poco, i documenti, le chiavi di casa, una matita per occhi spuntata...l'elenco continua, ed è un po' doloroso ripeterlo.

"Sono stata vittima di smarrimento" recita la mia denuncia e non sapevo si dicesse davvero così, ma devo ammettere che per una volta il linguaggio burocratico rende l'idea.
Un'altra parte del mio cervello, quella preposta alla Facoltà di rendersi conto delle situazioni, specie se spiacevoli, fa sì che io non rifletta veramente sul danno che questo smarrimento mi ha causato, fingendo che quella borsa non sia mai esistita.

Ma a volte ci penso.
Che qualcuno sta mettendo le mani sulla mia macchina fotografica, che non era un oggetto: era un regalo. Ed è come se questo qualcuno stesse mettendo le mani sulla mia faccia mentre lo scartavo, sulle mie dita attente a non rovinare nemmeno un centimetro della carta che lo ricopriva, sui bigliettini che avevo appena finito di leggere, sulla faccia della persona che avevo di fronte, sul calice di vino che stavo dolcemente sorbendo.
A volte ci penso, che qualcuno ha sfiorato, anche solo per buttarlo nel bidone, il mio diario iniziato da poco. Che possa averlo aperto, sbirciato, rovinato. E non dico che possa averlo letto, non tanto perché ho attuato un sistema di difesa da sguardi indiscreti che si chiama "la mia scrittura", ma perché deduco che se qualcuno è spinto dal desiderio di impossessarsi di una borsa non sua, non è per mettersi a leggere un diario. 
O forse mi sbaglio. Forse qualcuno davvero l'ha letto. Ed è raccapricciante anche solo l'idea.

Notare il perfetto abbinamento della nuova agenda col nuovo cellulare

Devo dire, però, che in tutto ciò - dove per tutto ciò intendo: rifare i documenti, cercare in giro sostituti più o meno validi degli oggetti che non si possiedono più, dormire la notte nonostante l'ansia etc etc etc -  dei lati positivi ci sono:
  1. Ho provato, per una mezza giornata, l'ebbra leggerezza di vivere senza nessun documento. Ma proprio nessuno, nemmeno l'abbonamento dell'autobus.
  2. Ho recuperato un cellulare che puoi spegnere prima di andare a dormire e la sua sveglia funziona lo stesso.
  3. Ho finalmente una foto decente sulla carta d'identità. Il che, se consideriamo che mi è stata fatta dopo una notte insonne e che il mio stato emotivo-facciale ricordava un po' l'alga stracciata sul bagnasciuga, ha del miracoloso.

Ammetto che la mancanza di occhi sbarrati tipica delle fototessere è dovuta al sonno, mentre il lieve accenno di sorriso è da attribuire alle amenità che mi stava raccontando il fotografo durante lo scatto.

20 commenti:

  1. Dev'essere un'esperienza bruttissima. Io ancora ricordo quando alle superiori mi hanno rubato il portafoglio!
    Ero rimasta sconvolta! Figuriamoci se mi fosse accaduto con la borsa...
    Certo, sarà per te difficile ricominciare, ritrovare un po' di te in tutto quello che sarai costretta a prenderti nuovo, ma tranquilla: il tempo saprà legarti anche ad una nuova borsa!

    Ti abbraccio.

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    1. Guarda, ancora non mi sono nemmeno arrivati tutti i documenti e la metà delle cose le riprenderò col tempo...ma ce la si farà. Grazie per l'abbraccio, lo prendo molto volentieri! :)

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  2. Argh. Il diario, le foto, il libro, le chiavi di casa, l'agenda... Soffro con te.

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  3. Ahia, mi spiace tantissimo! Anche io sono una che mette la casa nella borsa, la mia piccola dependance come la chiamavo, e il pensiero che possa capitarmi una cosa del genere mi fa stare malissimo... ti abbraccio.
    Ah. la foto della carta di identità non è male per niente... io a volte vorrei liberarmi della mia al pensiero di dover avere quella orribile foto ancora per 4 anni!

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    1. Fa' finta di averla persa ;)
      Un grande abbraccio a te e grazie per la vicinanza psicologica!

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  4. La borsa, un'estensione del corpo. Forse la più cara.
    Le mie parole non colmerebbero il tuo smarrimento e sconcerto: avrei pianto per settimane al solo pensiero del furto della mia amatissima macchina fotografica e della mia carta. Forza Norma, sei bella!

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  5. Io ho il terrore di smarrire lo smartphone perchè, ahimè, è lì che ho backuppato tutta la mia vita o quasi!

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    1. per fortuna nel mio NO. se no terrore sarebbe stato il terrore puro davvero...

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  6. Cavolo. Io sarei disperata. Anche io ci metto tutto ma davvero tutto nella borsa, e una cosa come perdere una macchina fotografica, soprattutto regalata, davvero no. Spero che tu riesca a trovarla :(

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    1. e' passato un mese e non è stato trovato niente. Mi viene un po' rabbia, ma vabbè... :)

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  7. Che poi non sono solo gli oggetti in se (che comunque hanno un valore, economico ed affettivo), a me secca l'idea che si guardi fra le mie cose, che si frughi nella mia vita, sono gelosa anche dello scontrino buttato in borsa a casaccio!

    Insomma, hai tutta la mia comprensione e la mia stima per vedere in tutto questo dei lati "positivi". Io odierei il mondo e basta.

    A presto, mi piace molto il tuo blog :)

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    1. anche a me piace molto il tuo blog ;)
      tranquilla, ho anche odiato il mondo, eh.....

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  8. Risposte
    1. già.....ogni tanto mi vengono i brividi a pensarci :(

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  9. Viva la libertà del blog atematico e di dire tutto ciò che si vuole!
    Quanto a borse, quando posso vado in giro con tasche o gilet "tascati" e metto tutto ( poco) lì, ma mi figuro il tuo smarrimento ( borsa+ proprietaria).
    Ho trovato il tuo profilo dentro ...alla tazza di the con Charlie Chaplin e sono passata dalle tue nuvole:)
    Fata C

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  10. Ho il piacere di essere diventata la tua settantesima lettrice!

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  11. Normina i miei occhi mi ingannano o quello è fucsia?! *-*

    ps. al bastardo auguro le piattole per almeno 10 anni.

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  12. Le borse piccole a cosa servono? Chi le usa, dove tiene quello che serve? Io, che sono un po' esagerata, al lavoro ne porto due (grandine), borsa e cartella, così separo le cose che non posso lasciare mai (documenti, portatile, chiavi, telefono, soldi, ecc.) da quelle che non sono a rischio furto. All'occorrenza mi restringo... ma il mio "essenziale" è sempre corposo.

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