martedì 8 novembre 2016

Christopher



    Il tuo cappello è ancora lì, appeso all'ingresso.
È una delle prime cose che vedo appena entro in casa, assieme alla tua cravatta color rosso vinaccia, decorata con adorabili germani reali in volo, e alla tua giacca di velluto verde, che ha una tasca sfondata e l'altra no. Nella tasca non sfondata hai messo uno yo-yo di legno, con la corda tutta attorcigliata. 
Mi resta questo di te, i tuoi vestiti e qualche rotella fuori posto. 




La splendida illustrazione sul quaderno è di Marco Somà

È un dramma affezionarsi ai personaggi, per chi vive di immaginazione. 
Con i libri mi capita spesso, con gli amici immaginari pure; penso a tutti i personaggi che ancora mi sento passeggiare in testa, che hanno arredato ognuno una stanzetta nel condominio del mio cervello, ai consigli che mi danno, alle volte che se ne restano in silenzio a farsi i fatti loro. 
Il dramma aumenta a dismisura quando l'immaginazione prende forma, quando si diventa il mezzo e il corpo, la voce e il movimento. Il teatro, il copione, il palcoscenico, mannaggia a loro, me lo dico tutte le volte che mi chiedo perché non mi sia scelta come hobby il découpage. 



Come creare un personaggio - primo passo: sacrificare le proprie chiome
Ai pettini,
Christian Oltrecolli Parrucchiere




Come creare un personaggio - secondo passo: sfoggiare una  postura disinvolta

E poi me la racconto sempre, che ringrazio ogni personaggio che ho fatto per avermi fatto scoprire nuove parti di me (grazie, grazie). In realtà accade il contrario: sono loro che scalpitano, loro che vogliono a tutti i costi prendere vita. Loro, che sanno già perfettamente chi sono e non devono scoprire un bel niente, cercano solo una persona in cui poter apparire. Che sublime sfruttamento – occhio di bue su di me, luce sparata negli occhi, non vedo il pubblico, ma il pubblico vede me, ecco così. Wow


Come creare un personaggio - terzo passo:  fingere di non avere uno svenimento in corso prima di entrare in scena.
Christopher
La prima volta in cui ti ho visto, avevi le mani affondate nelle tasche e un sorriso lievemente folle sul volto, una fossetta irresistibile all'angolo della bocca e un lampo vispo negli occhi sornioni. 
Ti sei calcato il cappello sulla testa scarmigliata  
– bam! Un colpo al cuore. Il mio. 
Non ci hai messo poi molto a conquistarmi. Giocavi a nascondino con il mondo intero, certo che non ti avrebbero preso mai, strafottente come poca gente può permettersi di essere. Tremavi sempre un poco dentro, uno scricciolo su un ramo in un giorno gelato. Volevi che non si vedesse. Ma si vedeva ed era bellissimo. 



Christopher e Mollie nei camerini del Teatro Boni di Acquapendente (Viterbo)

Ho  scarabocchiato la tua storia, ti ho cercato ovunque. 
Ti immaginavo coi capelli rossi e gli occhi chiari, col viso punteggiato di efelidi e le labbra piene, ma ti sei dovuto accontentare di quello che c'era già. 
Ci pensavo pure la notte, a te. Mi hai mandata in crisi, quando ti facevo parlare e sentivo la mia voce e non la tua. Mi chiedevo ogni volta "Dove ti sei cacciato? Quando ti degni di tornare?"
Ma tu eri in fuga e solo per un momento ti sei fermato qui. 
Hai lasciato giacca e cappello, cravatta e yo-yo. Io avevo già preparato una stanza nuova dentro la mia testa, tu ci hai portato dentro una valigia leggera, per volartene subito via. 



I Bumburisti 




Come topi in trappola - I Bumburisti
Regia di Stefania Amanti


NOTA

Il mio beneamato gruppo teatrale, I Bumburisti, e le persone tutte che hanno seguito/sopportato con me la nascita e l'evoluzione di questo personaggio, 
sanno che, come lui mi ha lasciato in pegno uno yo-yo, 
io ho lasciato a lui un po' del mio già vacillante senno. 
Uno scambio equo. 

4 commenti:

  1. Hai un bel mondo dentro.
    Ciao Christopher!

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    Risposte
    1. Marina <3 in questo mondo c'è un bel po' di confusione :D
      Christopher ricambia il saluto!

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  2. Se vuoi un giorno facciamo conoscere i nostri rispettivi amici immaginari :)

    RispondiElimina

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