giovedì 5 maggio 2016

Dialoghi con l'ansia

Una pièce teatrale di un certo livello 




Primo atto

Interno giorno, salotto luminoso, libri e quaderni sparsi sul tavolo, musichetta malinconica ma dolce di sottofondo. Pentolino con l'acqua sul fuoco, tè e miele già pronti per essere degustati. Fuori, brioso cinguettar di uccellini.

Ansia “Wow, che pace.”
Norma (sorridendo, sguardo innocente e fiducioso) “Visto che bello? Ho un intero pomeriggio tutto per me. Mi posso rilassare.”
Ansia “Non hai nulla di importante da fare, immagino.”
Norma “Ci penso domani. Oggi non mi va.”
Ansia “Ne sei sicura?”
Norma “Sicurissima.”
Ansia “Quindi la tua priorità del giorno è finire Downton Abbey.”
Norma “Sì, ormai mi manca poco e...”
Ansia “Certo che ne hai di ambizioni.”

Silenzio. L'acqua bolle. Norma si alza a preparare il tè.
Ansia “È inutile che fingi di ignorarmi”
Bustina di tè. Acqua bollente. Miele. Cucchiaino.
Ansia “Dai, cos'è questa pace interiore? Non ci crede nessuno.”
Norma prende il tè. Torna al tavolo. Accende il computer.
Buio.

Giorno successivo, camera da letto.
Norma si sveglia col respiro mozzato.
Fine primo atto.


Secondo atto

Interno giorno. Lo stesso salotto del primo atto, ma stavolta regnano confusione e disordine. Non c'è musica e gli uccellini manco cantano più.

Norma (visibilmente alterata) “...non mi puoi sempre dire cosa devo fare, in continuazione! Fai questo, fai quello, e non ti dimenticare quest'altro e stai attenta perché sicuramente sbaglierai qualcosa, e controlla, e ripeti, e dillo meglio e fai...Basta! Basta, sul serio, basta!”
Ansia “Lo faccio solo per il tuo bene.”
Norma “Il mio bene? Il mio bene è sentire il tuo alito sul collo tutto il giorno? Il mio bene è non riuscire a respirare, avere il cuore a mille, non essere in grado nemmeno di parlare, è questo il mio bene? Non riesco a fare nulla quando ci sei tu!”
Ansia “Non riesci a fare nulla nemmeno quando non ci sono.”
Cala un silenzio tombale.

Ansia “È inutile che mi guardi con odio, è la verità.”
Norma “Tu vuoi morire male.”
Ansia “Non sai quello che dici, datti una calmata.”
Norma (urlando) “Tu non mi dici datti una calmata, va bene?! Tu non mi dici un bel niente!” Colluttazione. Ancora colluttazione. Molta colluttazione.
Buio.

Interno notte. La tavola è apparecchiata come per una cena romantica: candele, fiori, piatti e calici da vino. Musica di sottofondo.

Norma “Mi dispiace per oggi. Davvero, non so cosa mi è preso...”
Ansia “Non mi devi chiedere scusa. L'importante è comprendersi sempre.”
Norma (sorridendo un po' imbarazzata) “Facciamo un brindisi?”
Ansia (alzando il calice) “Ad una sana e serena convivenza!”
Norma “Alla nostra ultima cena insieme.”
Ansia (con sguardo penetrante) “Sei sempre così melodrammatica.”
Norma “Sarà colpa del nome che porto.”
Ansia “Rimaniamo amiche?"
Norma “Sai bene che non succede mai.”
Sorrisi.
Sipario.


Ricominciare daccapo

6 commenti:

  1. Che carina, da mettere in scena ;-)
    Baci
    Francesca la effe

    RispondiElimina
  2. Cara Norma,
    Da un'altra amica dell'ansia condivido con te una sua bellissima definizione regalatami gentilmente dalla mia insegnante di arte della parola:"l'ansia è uno stato di eccitamento del corpo non supportato dal giusto quantitativo d'aria".
    Poverina quindi, fa tanto casino quel piccolo esserino, ma solo perché vuole ricordarti che soprattutto quando pensi che non hai tempo neanche per respirare, il tuo corpo invece ne ha bisogno. O l'ansia ti viene a trovare.
    Un bacio,
    Nutri la tua ansia, respira,
    Respira con quello che c'è e ascoltati, le basterà più del vino 😉

    La tua Cecily

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mia dolce Cecily, grazie per queste belle parole...mi piace molto la definizione dell'ansia della tua insegnante, credo che me la scriverò subito nel diario ;)

      Ti bacio

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