lunedì 21 ottobre 2013

Il Chesterfield - nascita di un Club letterario.

“In un mondo perfetto io vado a letto presto, il mio tè preferito è sempre caldo ...e partecipo a un club letterario su Jane Austen, che si incontra nel salotto di una vecchia casa vittoriana, di fronte a un camino acceso...” *

Melissa ha gli occhi che brillano, quando ci espone la sua idea. 
Siamo ad una cena improvvisata, tutti un pochino stanchi e sappiamo già che, qualsiasi cosa stia per proporci, le diremo di sì. 
Del resto, è del tutto impossibile declinare l'invito di una persona che, da 10 anni a questa parte, è la nostra guru in materia di spensieratezza, serenità e gossip.

"Mi piacerebbe fondare un Club letterario. Scegliere un libro, leggerlo, incontrarci e parlarne. Potremmo cominciare dai libri di Jane Austen!" 

Al suo annuncio, le voci si fanno concitate, si accavallano, si alzano di un tono, diventano stridule, neanche in pizzeria fosse appena entrato Mr Darcy in persona. 

Melissa è rinomatamente un'amante di Jane Austen. Ogni anno rilegge la sua intera bibliografia - Orgoglio e pregiudizio sempre sotto Natale. 
Io ho letto soltanto quello, solo una volta e solo quest'anno, senza nemmeno sapere che ricorreva il bicentenario dalla sua pubblicazione. 
Poi, dopo averlo letto, ho chiesto perdono alla nostra prof di inglese delle superiori per non aver provveduto prima. 




Non fa in tempo neanche a chiederci se siamo d'accordo che il club è nato. 
Si chiama Chesterfield, come il divano e come la cittadina del Derbyshire in cui giovani fanciulle possono casualmente imbattersi in aitanti signori a passeggio nella propria tenuta. Come il divano, vuole essere comodo e piacevole e accompagnarsi amabilmente a tè, biscotti e sandwich al cetriolo
Jane Austen sarà il tema iniziale e nel corso del tempo, libro dopo libro, mese dopo mese, ci dedicheremo alla lettura di romanzi inglesi dell'800
La casa vittoriana non ce l'abbiamo, e a dire il vero nemmeno il camino. Ma un luogo d'incontro c'è già (si chiama Cosmonauta e ve ne parlerò nei prossimi giorni. Intanto potrete trovarne un'anticipazione qui.)  

Il gruppo è aperto a chiunque risponda positivamente alle seguenti domande:



  1. Ti piace leggere? 
  2. Ti piacerebbe fare quattro chiacchiere sul meraviglioso romanzo che hai appena terminato? 
  3. Quando cerchi qualcuno con cui parlare di libri improvvisamente si crea il deserto intorno a te?
  4. Impieghi una quantità umanamente accettabile di tempo a raggiungere la città di Forlì? 

Perfetto, munisciti di libro e partecipa! (Non c'è bisogno di attendere la desertificazione).
Questo mese ci dedichiamo a "Emma" e a breve verrà comunicata anche la data del primo incontro ufficiale. 
Questa la pagina facebook: Melissa, tanto brava e tanto organizzata, ha spiegato tutto bene bene qui.




* Questa frase è apparsa sul diario facebook di Melissa la mattina del 10 ottobre. La sera stessa è nata l'idea del Club Letterario.

martedì 15 ottobre 2013

Il culto delle immagini. Finte.

Sono irritata. 
Estremamente, aggiungerei, proprio per essere puntigliosa. 
Non solo: sono pure un po' inebetita, se è possibile far convivere le due cose. 
Devo cercare immagini per un sito internet. 
Lo so che esistono al mondo cose più irritanti: le meduse, ad esempio. L'ortica. Ma sono irritanti in un modo che è loro congeniale, sono irritanti perché devono esserlo. Come me quando correggo qualcuno arricciando il naso. Non in maniera del tutto superflua, come un sorriso apertamente finto. 

Esiste un mondo fatato: quello delle immagini a pagamento per i siti internet. Chi produce suddette immagini e chi le cerca sa di cosa parlo. Ogni tanto mi capita, per l'appunto, di doverle cercare. 

All'inizio è divertimento puro, è curiosità, è l'allegra risata che mi porta ad esclamare, una foto sì e una no, “Ma tu guarda che simpatica interpretazione di prevenzione incendi/signora che beve il tè/corsi di formazione per il lavoro che hanno dato questi fotografi!”.  
All'inizio potresti pensare di aver trovato il tuo passatempo preferito. 
Poi, ad un certo punto, chiedi pietà. 
Dopo il milionesimo sorriso a denti appena lucidati e fossetta all'angolo della bocca, chiedi pietà. 
Dopo la centesima stretta di mano poderosa con polsino bianco e giacca antracite, chiedi pietà. 
Dopo il miliardesimo gruppo di lavoro della Benetton, che si sganascia di risate indicando un grafico a barre viola e arancioni, chiedi pietà. 
Pietà per i miei occhi cercatori di bellezza. E di sincerità, che è la stessa cosa. 

Mi viene da chiedermi cosa accada, nella mente di una persona, quando apre un sito, uno qualunque, e vede quello splendido sorriso, che magari qua pubblicizza l'aspira-acari a vapore e di là promuove una ditta di autospurghi. 

Dovrebbe sentirsi accolta? Riconosciuta? Dovrebbe ricordarsi di prendere appuntamento dal dentista? 
[A tal proposito – del dentista, intendo – mi è ritornato in mente questo articolo letto un po' di tempo fa sul blog di Giovanna Cosenza e che tratta del medesimo argomento (Ne approfitto per consigliarlo, il blog. Si chiama DIS.AMB.IGUANDO ed è una delle mie tappe fisse, quando passeggio per il web).]

Mi viene da chiedermi perché ci siano tutte queste mani che disegnano cerchi nell'aria, attorno a parole come “Fiducia”, “Crescita”, “Autostima”. Innovazione. Sostenibilità. Gruppo. Anzi, no, Team. Mi viene da chiedermi se siano da leggere davvero o abbiano la stessa valenza di uno svolazzo fatto con la penna, lì nell'angolo del foglio, mentre sei al telefono. 


Il problema è che, dopo un po', a forza di prosciugarmi gli occhi su queste immagini, la testa mi si svuota e non mi viene da chiedermi più niente. Diventa quasi normale. 

Solo che irrita, come un vestito di un tessuto ruvido di cui ti rendi conto veramente solo a fine giornata, quando lo togli e la tua pelle è un bel festino di eritemi. 

Mi sono stancata delle cose false.
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