giovedì 19 febbraio 2015

Se no me lo dimentico - una sfolgorante seconda puntata

Se no me lo dimentico - seconda puntata

Come si veste un blogger 

Sapevate che esiste un look da blogger?
Ah, non lo sapevate? 
Bene, nemmeno io. 
Quale mancanza, nevvero? 

Come si veste un blogger?
(ma manco ad un colloquio di lavoro)
 L'ho trovato qui attraverso ricerche trasversali di cui ho perso la mappa.

Siccome quando scrivo di solito sono in casa, non sto a mostrarvi la beltade dell'abbigliamento che indosso, potreste non resistere di fronte a cotanta eleganza. 
Vi dico solo che l'accessorio indispensabile è la molletta per capelli, quella che dalle mie parti viene detta amabilmente ciappo, il modello classico, prêt-à-porter, nero, che sta bene su tutto. 
Sì, esatto, proprio quello a cui ho dedicato la meravigliosa foto d'apertura di questa puntata. 


Messaggeri 

Ogni volta che leggo un classico, resto sempre oltremodo affascinata dalla celerità delle comunicazioni.
Signore aristocratiche che vergano lettere con sottili dita inanellate, uomini che smistano la posta arricciandosi i bei baffi imbrillantinati, appuntamenti e decisioni presi da un capo all'altro della città per mezzo di un bigliettino. E tutto che funziona a meraviglia. 
Tutto nelle mani di questi messaggeri servizievoli e silenziosi, sempre nell'ombra, che passano le loro giornate a recapitare buste di casa in casa (buste quando gli va bene, altrimenti arazzi, amanti, l'antico vaso, cose così) arrivando sempre, perfettamente in tempo.
E la curiosità folle di sbirciare le lettere, non l'avevano mai? A me sarebbe venuta.
Mi domando sempre se esista un qualche libro che parli di qualcuno di loro, che segua il suo peregrinare da un palazzo all'altro. 
Se li conoscete, suggeritemi dei titoli che possano colmare questa mia lacuna! 


Birdman

Birdman - Edward Norton
qui
Per una mia legge interiore, a 14 anni ho deciso che avrei visto tutti i film in cui compariva Edward Norton. 
Per una specie di fiuto cerebrale, quando sento che un film mi solletica, so che raramente mi sbaglio.
Per un mio gusto personale, vedere gente che recita di recitare e si arrovella attorno a verità e finzione sopra e sotto al palco, mi manda abbastanza in brodo di giuggiole.

Lunedì sera, ce ne siamo andati alla conquista del cinema a vedere Birdman.

Eravamo in 4 in tutta la sala.

Parte il film. 

Dal primo all'ultimo fotogramma, restiamo ammutoliti. Solo ogni tanto, ci scambiamo un'occhiata di approvazione annuendo con solennità, gesto che sottintende un "Figata!" da parte sua e un "Porco cane!" da parte mia.

Non so parlare di film, ma so goderne la visione con molta gioia. 

E questo è stato Birdman per me: una visione stracolma di gioia. 
Per cui, mi inchino e ve lo dico: andate a vederlo adesso.


Birdman - Micheal Keaton


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Se no me lo dimentico è una rubrica a cadenza vagamente settimanale che raccoglie piccole cose, idee e suggestioni trovate in giro per il web o in giro per la strada. 
Perché se no me le dimentico.

martedì 17 febbraio 2015

Carnevale

Foto René Mt2
foto René Mt2

    Un fiore all'occhiello è un travestimento.
    Una spilla con le piume è un travestimento. 
    Un vestito colorato che si abbina alla perfezione agli orecchini è un travestimento. 
    Un sorriso sornione lo è anche di più.

Travestirsi è necessario. 
Dare un senso logico a ciò che stai indossando, al gesto, alla battuta, come se dovessi andare in scena. Qualsiasi scena. 
Anche i jeans e la felpa più comoda dell'armadio sono un travestimento, quello che ti permette di camminare rasente il muro. 

La verità di un travestimento è la sua verità lì per lì, in quell'istante preciso. 

Rassicurante e certa perché già provata, o improvvisata secondo un canovaccio oramai collaudato da tempo. 
Lo sguardo che porti sopra quel vestito nasce dal vestito stesso, che è né più né meno di un'armatura, solo, all'apparenza, meno pesante da portare. 
La posa è una necessità. 
Artefatta al punto da sembrare vera. 


Eppure mi ossessiona la forma autentica delle cose. 

La linea. 
La sincerità. 
L'origine muta e lampante, che non richiede impalcature, che rifiuta gli orpelli, che nemmeno ne conosce l'esistenza.
Lo stato puro.
La sintesi estrema.
Ciò che rimane quando c'è silenzio.


mercoledì 11 febbraio 2015

Se no me lo dimentico - Prima puntata

Sì, lo so, è mercoledì. Ma vi posso assicurare che questo post è stato scritto di martedì, proprio come vi avevo promesso. Non dipende da me se a un certo punto mi sono lasciata trasportare dagli eventi e non l'ho pubblicato subito. 




Una parola al giorno

Sono sempre stata ossessionata dalle parole. 
Dalle loro forme, dalla loro forza. Quando imparai a scrivere i pensierini, alle elementari, ero quasi sconvolta dalla loro potenzialità. Dal fatto che, se ad un pensierino aggiungevi un'altra parola e poi un'altra ancora, avevi creato un pensierino più lungo. E così, aggiungi aggiungi, potevi arrivare a costruire un romanzo. 
Non so che faccia devo aver fatto, quando me ne sono resa conto. Immagino gli occhi strabiliati dallo stupore e quella fiera certezza, che appena compi 11 anni ti viene brutalmente strappata via, di poter fare qualunque cosa. 
Scoprire un'etimologia mi rende – lo posso dire? Non esagero – felice. 
Come quando apri gli occhi e vedi che ti attende una giornata limpida e fuori gli uccellini cantano ed è il tuo compleanno e c'è un giganclopico regalo ai piedi del letto: questo esatto tipo di felicità
Mi sembra tutte le volte che mi si apra una finestrella nel cervello, che si spalanchi su uno spazio aperto e verdeggiante dove prima pensavo ci fosse solo un muro. 

Così, quando ho trovato Una parola al giorno, ho pensato che iscrivermi alla newsletter fosse per me un obbligo morale: ogni giorno mi arriva via mail una parola nuova, corredata di una spiegazione che è un puro piacere leggere, tanto è curata, intelligente e ben scritta. 

Ogni giorno fa 365 parole l'anno, 366 negli anni bisestili. Un dono succulento. 

E la parola di oggi è una di quelle che amo davvero tanto: aplomb

Te la senti proprio addosso, quando la pronunci. Aplomb. 

Nota aggiuntiva: non essendo più martedì, la parola del giorno è ovviamente cambiata. 

Quella di oggi è...indubbiamente utile. 


Juice for Breakfast e il mostriciattolo 

A volte, tra me e me, mi dico che le cose cambiano in base al nome che decidi di dare loro. Rimpiccioliscono o diventano enormi, ti fanno sorridere o ti rabbuiano, e tutto questo solo per la carta d'identità che si portano appresso, quella scartoffia sgualcita che un bel giorno ti sei permesso di guardare. 
E magari avresti preferito di no. Avresti voluto evitare di sapere che quella specie di oppressione in mezzo al petto si chiamava Ansia, tanto per nominare l'ultima che hai incontrato, lì, a da qualche parte dentro ai polmoni. 
Avresti preferito chiamarla Luisa e invitarla a casa tua a prendere un tè. 


Illustrazione di Giulia Amoruso B - Juice for Breakfast

Se oltre alla facoltà di dare il nome alle cose, la natura ti ha dotato di un'incredibile capacità di creare illustrazioni e personaggi, allora è fatta. 
Qualche giorno fa, mi sono imbattuta in un mostriciattolo meraviglioso sul blog di Giulia Amoruso B, la creatrice di Juice for Breakfast
Dalla fantasia di Giulia nascono piccoli personaggi di fiaba, dolcissimi e colorati, che a me fanno sempre pensare ad un cestino traboccante di caramelle. 
Questa volta, invece, Giulia mi ha sorpresa. 
Ha dato forma ad un mostriciattolo, in realtà per nulla minaccioso a vedersi, di un nero impenetrabile. Ha disegnato la paura. 
Solo che ha cercato di darle un nome e un aspetto diversi da quelli che la paura, normalmente, dovrebbe avere. 
Perché, a vederla, questa paura è buffa. È piccola. È affrontabile.
Questa paura, a trovarsela di fronte, potresti anche decidere di portartela in casa. Potresti darle una carezza, ogni tanto. Guardarla sorridendo. E scoprire che, piano piano, potrebbe cambiare.

Con una sincerità limpida e dolce, Giulia ha raccontato la sua storia qui e vi invito a leggerla, perché mi ha colpito la fiducia che traspariva dalle sue parole, la fiducia verso chi la stava leggendo. 

E perché, bè, da quel che so, nessuno è immune dalle paure. 
La cosa bella, e anche divertente, è cercarsi il proprio mezzo per addomesticarle.

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Se no me lo dimentico è una rubrica a cadenza pseudo settimanale che raccoglie piccole cose, idee e suggestioni trovate in giro per il web o in giro per la strada. 

Perché se no me le dimentico.

sabato 7 febbraio 2015

C'è vita tra le nuvole

Io sono quella a destra. Sì, quella che non si vede. Del resto un drone in dotazione ancora non ce l'ho.

Dall'alto della mia totale incapacità di portare avanti qualcosa per più di 5 minuti, vi presento, miei lettori, il primo scroscio di Rubriche del Soffitto si riempie di nuvole
Ebbene sì, non una, non due, bensì tre. 
Perché io non conosco vie di mezzo tra il nulla e il troppo. 

Canzoni da armadio 

Questa prima rubrichetta era già stata preannunciata sulla mia ariosa pagina Facebook (se morite dall'impellente desiderio di aggregarvi, la trovate qui) ed è lì in effetti che si svolgerà.
Ogni fine settimana, in un orario variabile tra le 18.30 e le 20, in un giorno a scelta tra il venerdì e il sabato, allieterò le vostre orecchie con un brano musicale valutato con criterio (uno a settimana, non sembra particolarmente impegnativo). Tutto ciò mentre butto all'aria il mio armadio alla ricerca dell'abbigliamento adatto alla serata di lavoro che mi attende. 
Per i più zelanti: questo armadio e questo lavoro

Le Canzoni da armadio svolgono un duplice ruolo: 

  1. mi mettono addosso l'energia adatta ad uscire di casa in una fredda sera di inverno, nonostante le lusinghe del divano 
  2. fanno da cane da tartufo in mezzo al marasma di vestiti, suggerendomi lo stile da adottare
Va da sé che, per assolvere al compito numero 1, le canzoni che scelgo tendono spesso al “motivazionale”. Per motivazionale intendo che devo uscire di casa con la certezza che conquisterò il mondo. Ed è la ragione per cui la mia scelta ricade spesso su canzoni tipo questa: 




Camminata a testa alta a passo di marcia obbligatoria, alla fine. 
Quindi, l'appuntamento per Canzoni da armadio è per stasera qui. Passate, se vi va ;) 
Naturalmente, gradisco oltremodo i vostri suggerimenti, che scoprire nuova musica mi aggrada sempre assai. 


Se no me lo dimentico 


Si tratta di una rubrica che brilla per originalità. 
Ogni tanto (sarebbe bello poter dire “Una volta a settimana”. Sarebbe ancora più bello poter affermare “Tutti i martedì”. È un giorno a caso, non prendetemi alla lettera) condividerò sulle bianche paginette di questo blog un piccolo elenco di cose belle, che mi piacciono, che mi colpiscono. Cose trovate girovagando sui siti che amo di più o scovate in modo del tutto casuale, cose incontrate passeggiando per strada e che mi incuriosiscono, mi strappano un sorriso, mi stimolano pensieri che prima non avevo.
È un tipo di rubrica che sugli altri blog seguo sempre molto volentieri. 
La ragione che mi ha spinto a crearne una mia è che ormai le bozze nella mia casella di posta superano le mail ricevute, a forza di segnarmi link e di chiamarli invariabilmente “Non dimenticare!” oppure “Guardalo dopo!”. Ovviamente dopo non li guardo mai. E ovviamente me li dimentico. 

Facciamo che per questa rubrica vi do appuntamento ad un giorno imprecisato della settimana prossima. Facciamo pure martedì


PS: vi avevo detto che le rubriche sarebbero state tre. Bè, sulla terza ci sto lavorando ;)
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