sabato 11 aprile 2015
Tecniche di rilassamento per lunatici
“Cosa fai per rilassarti?”
Me l'ha chiesto una mia amica ieri. Una di quelle amiche con cui puoi fare questo genere di discorsi, sapendo di poter rispondere qualsiasi cosa.
“Non esiste niente che mi possa rilassare” ha risposto il mio istinto.
Per fortuna questo dialogo stava avvenendo tramite mail, così ho potuto rileggere ciò che avevo appena scritto, ridere di me stessa e cancellare.
Una lepre che si blocca di fronte ai fari della macchina.
Un capriolo che drizza le orecchie al primo crepitio di rami.
Una freccia che sta per essere scoccata e non scocca mai.
Difficilmente penserei di descrivermi come un gatto acciambellato davanti al camino, per intenderci. Sono interiormente convinta che nulla possa cambiare questo stato di tensione “naturale”. Ma per fortuna, dicevo, mi sono fermata un secondo a riflettere, prima di rispondere alla mia amica. Confermo che riflettere serve.
Stamattina ho letto questo post di Zelda was a writer: 10 cose da fare in caso di umore nero. Ora, Zelda potrebbe anche scrivere “Caffè zucchero carote cavolo cappuccio sapone per le mani” che sarebbe comunque capace di generare il buonumore nel mondo, o se non altro ricordarmi che devo fare la spesa, ma stamattina, ecco, stamattina probabilmente avevo bisogno di queste sue parole.
Allora riprendo in mano la mail che alla fine ho mandato alla mia amica e ci aggiungo qualche riga in più. Perché è vero, non è che se mi fermo, respiro e mi dico che mi devo rilassare mi rilasso in automatico. Ma nemmeno crogiolarmi nel malumore mi ha mai portato a brillanti risultati.
Mi rilassa camminare, specialmente sotto gli alberi, ancora di più se posso incontrare qualche piccolo animale. Osservare gli animali nel loro mondo, tutti presi dalle loro faccende, mi trasmette una pace assoluta.
Mi rilassa scrivere. Anche cose tristi o arrabbiate o ansiogene: è il gesto stesso che le trasforma in altro. Che mi trasforma in altro.
Mi rilassa leggere, sempre.
Mi rilassa fare ordine, per quanto assurdo possa sembrare, dato che NON sono ordinata.
Mi rilassa svegliarmi presto la mattina.
Mi rilassa passeggiare guardandomi intorno, percorrere anche le più piccole vie di una città.
Mi rilassa scoprire cose che non conoscevo.
Mi rilassa vestirmi con cura, scegliere un accessorio che mi rappresenti, sorridermi allo specchio.
Mi rilassa lavorare con dedizione, attentamente, acquisire ogni giorno una nuova sicurezza, anche se invisibile, anche se minuscola.
Mi rilassa stare in silenzio, da sola, in alcune ore del giorno - di solito verso il tramonto e poco dopo, quando la luce cambia ed è perfetta e limpida nel riflesso della finestra - e sentire che tutto dentro si acquieta, piano piano. Ma devo fare attenzione a non lasciare entrare troppo la malinconia: un pochino va bene, quando è leggiadra, come la tristezza da abbandono del palloncino, che in un momento ti scivola dalle mani e vola via. Certo, ti dispiace perderlo, il palloncino, ma è così bello vederlo salire nel cielo, ovaloide e tutto colorato. Questa malinconia è solleticante, mi fa venire voglia di creare. Ma è una rilassatezza sempre un po' in bilico, quella che provo, tremolante, ed è preziosa e sa sorprendere.
Mi rilassa la compagnia delle persone con cui si può chiacchierare senza dover sembrare altro da quello che si è.
Mi rilassa la gentilezza, il sorriso, la naturalezza, l'ingenuità.
Mi rilassa sapere che ci sei. Riconoscerti. Ascoltarti suonare nella stanza accanto.
Mi rilassa cercare la poesia.
E allora lo faccio, quello che mi fa stare bene. Tanto sono cose molto piccole e molto, molto semplici, nulla al mondo mi potrebbe impedire di farle.
Tutto sta nell'iniziare, direbbe una persona che conosco da 28 anni e 10 mesi.
lunedì 6 aprile 2015
1725
(1725)
Bevvi una sola sorsata di vita.
Vi dirò quanto la pagai:
Precisamente un'esistenza.
È questo il prezzo sul mercato, dicono.
Mi pesaron, granello per granello
E bilanciarono fibra con fibra.
Poi mi porsero il prezzo del mio essere:
Un solo sorso di cielo
Emily Dickinson
{I took one Draught of Life -
I'll tell you what I paid -
Precisely an existence -
The market price, they said.
They weighed me, Dust by Dust -
They balanced Film with Film,
Then handed me my Being's worth -
A single Dram of Heaven!}
Vi dirò quanto la pagai:
Precisamente un'esistenza.
È questo il prezzo sul mercato, dicono.
Mi pesaron, granello per granello
E bilanciarono fibra con fibra.
Poi mi porsero il prezzo del mio essere:
Un solo sorso di cielo
Emily Dickinson
{I took one Draught of Life -
I'll tell you what I paid -
Precisely an existence -
The market price, they said.
They weighed me, Dust by Dust -
They balanced Film with Film,
Then handed me my Being's worth -
A single Dram of Heaven!}
venerdì 3 aprile 2015
Oggi mi trovate qui
Oggi le Nuvole sul Soffitto migrano sul blog del Lettore Disoccupato, per una rubrica in cui si parla di letture, naturalmente.
È la prima volta che mi cimento in brevi e semiserie recensioni di libri (uno bello e uno brutto), per cui non fate caso al tum-tum-tum di sottofondo mentre leggete il post: è il mio cuore agitato.
A parlare di libri assieme a me c'è il disegnatore Nu e due cose posso dire delle sue recensioni:
1. sono semplicemente fa-vo-lo-se
2. le motivazioni per cui sconsiglia quel libro sono le stesse per cui io, invece, l'ho amato all'inverosimile.
Per cui buona lettura, buon divertimento e buona giornata, già che ci siamo.
Iscriviti a:
Post (Atom)