lunedì 23 gennaio 2017

A year in a postcard


Per scrivere questo post, ho chiesto alla prima cartolina che abbia mai ricevuto ricevuto di posare per me.
Ha accettato. 

Le ultime cartoline che ho spedito in vita mia risalivano al 2009. Era estate ed ero andata per la prima volta in campeggio e no, non avevo otto anni, ed era una cosa che volevo raccontare. Poche amiche scelte e un sorriso che mi tagliava la faccia a metà, scrivevo seduta in una piazzetta a Recanati, mentre un'amabile vecchina contava i pesci che giravano nella fontana. Ce n'erano diciotto. 
Sette anni e mezzo dopo l'ultimo Saluti e baci vergato di mio pugno, mi trovo coinvolta in un progetto fatto proprio di cartoline. 


sette persone e uno scambio di cartoline lungo un anno, un intreccio di storie, grafie e francobolli da una cassetta postale all'altra. 

Alcune di queste persone le ho conosciute, altre ancora no, ma tutte condividiamo una certa passione per Instagram e per il raccontarci tramite immagini e parole. Essere parte di questo progetto mi fa brillare gli occhi e prudere le dita. Scegliere con cura la cartolina giusta, appoggiare la penna, soffermarsi a scrivere piano. Spedirla e restare in attesa che arrivi - un piccolo palpito. Chissà come sarà, poi, aprire la buchetta e trovare lì dentro le cartoline dirette a me. Devo preparare la scatola giusta ad accoglierle.

Il nostro logo è stato creato da Gioistantingrammi: ognuna di noi è adagiata su un ramo. 
Per Gio io sono un cappello. Lo sai che ne sono onorata, vero?




Lo ammetto, il progetto mi stuzzica non solo perché il mio amore per le storie e per le cose di carta raggiunge picchi elevatissimi, ma anche perché mi incuriosisce l'idea di vedere imbrigliata la mia logorrea nello spazio esiguo di una cartolina. Sarà una sfida contro me stessa, il cui fine ultimo sarà riuscire a raccontarmi in un haiku. 
Il progetto parte non privo di difficoltà: provate a fare un giro per la vostra città e ditemi quante cartoline trovate. No, non parlo di cartoline turistiche, ma di generiche immagini su cartoncino atte a essere spedite via posta. Per stanare la prima ci ho messo un bel po', ma il risultato, alla fine, è stato più che soddisfacente. 



Il suo sguardo mi ha conquistata

Dove ci trovate 


Ne hanno parlato anche


Seguiteci perché ci saranno delle sorprese!

domenica 15 gennaio 2017

Se no me lo dimentico: Cose belle da fare a gennaio e mesi limitrofi


Il primo post dell'anno nasce dopo una pedalata sotto la neve, anzi, mentre pedalavo sotto la neve, perché io sono solita scrivere col cervello durante gli spostamenti, peccato solo che non abbia un quaderno attaccato direttamente all'Area di Broca
Conscia di questa mia mancanza, appena arrivata in casa mi sono subito precipitata al computer, prima ancora di salvare le lenzuola stese con ottimismo stamattina appena sveglia, anzi, dicendomi che tutto sommato il gelo avrebbe agito come uno sterilizzante naturale. Ed è così che vado a ripescare una mia rubrica che giaceva abbandonata in un angolo, per presentarvi una nuova puntata di Se no me lo dimentico, a tema "Cose belle da fare a gennaio. Febbraio. O giù di lì". 


Recuperare e rileggere un libro amato durante l'infanzia 

Qualche tempo fa, stavo scrivendo una cosa e mi serviva un nome di persona. Piuttosto che metterci una X, optai per un nome provvisorio che suonasse abbastanza ridicolo da essere riconoscibile come da cambiare in futuro. Pensai per un secondo, poi addirittura per due, finché giunse l'esaltazione. 
Ma certo, l'ho trovato! mi dissi, e, sicura del potere della mia fantasia, buttai giù un bell'Asrdubale Tirinnanzi. Oh, ne fui orgogliosa in una maniera che non potete capire. 
Ieri, a casa di amici, spulciavo come d'abitudine nella libreria e ho trovato uno di quei libri tanto amati da bambina da diventare indimenticabili. L'ho sfogliato. E che nome ti trovo in prima pagina? Proprio lui, Asrdubale Tirinnanzi, uno dei personaggi principali. Ho guardato prima il muro, poi dentro la mia testa, squadrando con rimprovero la mia presunta fantasia. Tu, piccola bugiarda, mi hai fatto credere di avere una mente geniale
E invece la mente geniale era nientemeno che quella di Bianca Pitzorno e il libro era "Streghetta mia", che adesso, per punirmi con dolcezza, voglio rileggere.  


Mettere a posto il proprio angolo creativo 

Ho atteso 26 anni per avere un comodino e 30 per avere una scrivania. Ora che ce l'ho, mi pare che le possibilità di esprimermi in maniera creativa siano infinite, ad esempio donando eleganza e dignità al disordine
Sono in questa casa da due settimane e nel mio angolo di studio ho già: 

  • incorniciato un ritratto, 
  • appeso due quadretti e 6 gru, 
  • appiccicato al muro ben 6 immagini tra foto e cartoline, 
  • ritagliato con le forbici con la punta arrotondata, creato e appeso delle fantomatiche stelle di carta. O meglio, sulla scatola che le conteneva sembravano stelle, o ricci di mare, una volta uscite dalle mie mani sembravano più ragni soffocati dalla loro stessa ragnatela, ma siccome ci ho messo un intero pomeriggio a concludere l'operazione e ora ho fatto lo sforzo di appiccicarle al soffitto, ho deciso che lì resteranno finché non soccomberanno sotto il peso della polvere. 

A 30 anni, quindi, non ho solo guadagnato una scrivania, ma anche una maggiore dose di saggezza, comprendendo un'importante verità: avere un angolo creativo ed essere creativi non sono necessariamente la stessa cosa. 


Regalarsi 105 minuti di felicità 



Tra le varie carriere che svolgo in contemporanea nel mondo della mia immaginazione, assieme all'osservatrice di animali e alla trapezista, c'è senz'altro l'essere una diva del cinema muto. Va da sé, quindi, che una serata in cui mi mettono in cartellone Buster e Charlie assieme io non possa perdermela per principio. 
Questo martedì sera andrò al cinema a bearmi della visione di "Sherlock Jr." di Buster Keaton e "The Kid" di Charlie Chaplin in versioni restaurate. 
La serata fa parte della rassegna Il Cinema Ritrovato, sparso nei cinema di tutta Italia: date un'occhiata alla programmazione per vedere dove lo danno nella vostra città e andateci. Sì, certo che è un ordine. 
Io, quando, l'ho scoperto sono stata presa dalle palpitazioni, come se mi avessero messo sotto al naso un regalo da scartare e poi mi avessero detto di aspettare ancora qualche giorno.

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