Sarà che il suo blog si chiama Sorriso a 365 giorni - e io in effetti sorrido sempre, quando lo leggo. O che quando cerco uno spunto per mettere a posto il caos primordiale in cui sono solita abbandonare i miei spazi vitali, lei sa come accorrere in mio aiuto con il suo Parola d'ordine.
Per cui fate come noi: mettetevi comodi per una nuova puntata della rubrica I libri dei ricordi. Alessandra, la parola a te.
Non ricordo il mio primo libro.
Le leggende narrano che sia Pinocchio, ma a me non risulta. Ricordo, però, mia madre e le sue letture serali. Mio padre era al lavoro e tornava tardi, io e mia sorella cenavamo presto, sedute sulla panca al tavolo della cucina: mia madre apriva il libro blu e iniziava a leggere. Eracle che stringe i serpenti tra le manine di piccolo semidio, Giasone e e gli Argonauti alla ricerca del vello d'oro, i gemelli Castore e Polluce, Orfeo e l'ombra di Euridice, Perseo che stacca la testa di Medusa e salva Andromeda dal mostro marino, Teseo che dimentica di issare le vele bianche al rientro in patria, Ulisse e Calipso... Che meraviglia! Che storie fantastiche! Che sogni facevo, tutti a colori intensi e vivi!
Non ricordo il mio primo libro, ma ricordo il mio primo amore: la mitologia, fusione tra storia antica e narrazione. Ricordo quei miei libri grandi, con la copertina rigida e disegni entusiasmanti tra le pagine.Si chiamavano Dei ed eroi di... e narravano la mitologia del mondo: greca, romana, americana, vichinga, celtica, cinese, indiana, egizia. Li ho letti tutti, più volte, e li porto con me in ogni casa nuova. Loro sono il mio inizio.
Dalla mitologia ai racconti popolari (fiabe e favole da tutto il mondo, Le mille e una notte) e, infine, ai romanzi fantasy. Prima il ciclo di Shannara di Terry Brooks: leggevo La spada di Shannara nei giorni in cui mio nonno stava morendo e, nel bel mezzo di una battaglia tra il Bene e il Male, per la prima volta mi sono accorta che leggere significa poter vivere altrove. Poi la trilogia di Merlino (La grotta di cristallo, Le grotte nelle montagne e L'ultimo incantesimo) di Mary Swart: i miei primi veri libri, quelli che ho amato più di tutti nella mia infanzia.
A narrare è Merlino stesso, della sua giovinezza solitaria, dei suoi poteri, del suo maestro, delle gesta di suo padre Ambrosio, di suo zio Uther, dell'inganno da cui è nato Artù, di Artù e Camelot, dei suoi viaggi, dei suoi amori, della sua morte.
Per la prima volta, mentre leggevo ho vissuto, sperato, pianto, desiderato, sospirato e rimuginato su tante cose. Mi sono emozionata e quelle emozioni sono nate dalle parole - scelte, accostate, pensate, tradotte, lette: la vera magia.Li ho amati intensamente e ancora oggi, quando penso a loro, mi ritrovo bambina, seduta su una sedia col libro tra le mani, gli occhi incollati alle parole e un mondo pieno di luce ed emozione nella mia testa.
Pagina dopo pagina. Loro sono il mio fine.