Stendersi su un prato senza telo. Togliere i sandali, radicarsi a terra.
Sembrerebbe non esistere nulla di più fresco e vitale di questo sincero contatto con la natura, eppure...eppure mi sono sentita a disagio.
L'erba non era così tenera : i fili sono affilati, inutile pensare che il loro nome sia casuale, affilati e ispidi, e non so quanto amino essere calpestati. Ogni filo è pronto a difendersi strenuamente, ha radici di quercia.
Gli insetti, gli innumerevoli brulicanti insetti, saltellano vispissimi con il solo intento di crocifiggerti, se ti stendi, ad ogni movimento una nubicella puntinista di animaletti microscopici s'imbizzarrisce e scalpita, e ti chiedi se sia quello il loro consueto stile di vita o se sia la tua presenza a farli innervosire.
Gli insetti, gli innumerevoli brulicanti insetti, saltellano vispissimi con il solo intento di crocifiggerti, se ti stendi, ad ogni movimento una nubicella puntinista di animaletti microscopici s'imbizzarrisce e scalpita, e ti chiedi se sia quello il loro consueto stile di vita o se sia la tua presenza a farli innervosire.
In linea teorica, mi sarei dovuta rilassare, ma gli altri - a parte me e te, cara Francesca - avevano un telo, e quanto mi sembrava una barriera invalicabile, impossibile da oltrepassare! mentre su di me banchettavano formiche.
Davvero è così difficile starsene stesi sull'erba? mi sono chiesta.
Cosa c'è di così insolito, di così ansiogeno? La terra, vista da vicino, mi apparteneva così poco...è stata un'incursione intimidita in un regno sconosciuto, di cui non mi sentivo parte.
Mi ha sorpreso il saltellamento degli insetti, la durezza del terreno. Come sarebbe dovuto essere, nella realtà della mia testa?
Le mie mille domande hanno scandagliato tutto, tutto, dai confini della mia ansiolitica psiche alla deriva del genere umano che sempre più perde il contatto con gli elementi della natura...
Cosa c'è di così insolito, di così ansiogeno? La terra, vista da vicino, mi apparteneva così poco...è stata un'incursione intimidita in un regno sconosciuto, di cui non mi sentivo parte.
Mi ha sorpreso il saltellamento degli insetti, la durezza del terreno. Come sarebbe dovuto essere, nella realtà della mia testa?
Le mie mille domande hanno scandagliato tutto, tutto, dai confini della mia ansiolitica psiche alla deriva del genere umano che sempre più perde il contatto con gli elementi della natura...
Ma guardando il cielo passava tutto. Distesa, a testa in sù, la mia visuale era solo cielo, cielo e nuvole, e uno spicchio d'albero.
E volutamente non mi sono persa ad inoltrarmi nell'avanzante mareggiare delle nuvole, perché se no sarei ancora lì, e mi sarei rilassata, sì, credo che mi sarei addirittura rilassata.
Non faccio in tempo ad osservare l'idea del mio viso liscio e venerabile, che subito ho un guizzo, come se mi avessero fatto una puntura all'improvviso: se pure fossi rimasta lì stesa a rilassarmi, tutti quegli insetti, tutti, mi avrebbero presa, assaltata e divorata e...
Perché tanto è inutile continuare a girarci intorno: il mio vero unico terrore era esattamente quello!
Non faccio in tempo ad osservare l'idea del mio viso liscio e venerabile, che subito ho un guizzo, come se mi avessero fatto una puntura all'improvviso: se pure fossi rimasta lì stesa a rilassarmi, tutti quegli insetti, tutti, mi avrebbero presa, assaltata e divorata e...
Perché tanto è inutile continuare a girarci intorno: il mio vero unico terrore era esattamente quello!
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