Vivo da qualche giorno in uno stato di abbandono malinconico, tipico dell'innamorato allontanato a forza dall'oggetto del suo amore.
Sospiro, alzo gli occhi al cielo, rimembro. Illanguidisco.
Ho visto Chiamami col tuo nome.
La parola O S S E S S I O N E è apparsa sul fondo della mia retina a lettere cubitali color giallo limone prima ancora che finissero i – meravigliosi (sospiro ancora) - titoli di coda. Ho sentito subito, affondata nella poltrona del cinema senza avvertire la minima necessità di alzarmi, che non sarebbe stato facile pensare ad altro.
Allora ho pensato a 10 modi per rendere meno brusco il passaggio da "Siamo da qualche parte nel nord Italia nel 1983" a "Siamo da qualche parte nel centro Italia nel 2018".
Una lista della spesa per far fronte al senso di inappetenza tipico dell'innamorato di cui sopra. (No, non sto esagerando. Mi sono innamorata sul serio.)
10 cose da fare dopo aver visto Chiamami col tuo nome
1. Ascoltare la colonna sonora così tante volte da trascriversela direttamente sui timpani. In particolare Mystery of love, o Visions of Gideon, che attualmente partono in automatico nella radio sempre accesa dentro la mia testa non appena apro gli occhi al mattino.
1b. Scegliere una piazza a piacimento e ballare su queste note con indosso camicia azzurra e pantaloncini.
2. Leggere il libro.
3. Cedere alla tristezza più assoluta e concedersi un intero pomeriggio di puro struggimento adolescenziale, dilaniandosi con domande che mai avranno risposta, del tipo "Perchémmai io non sono Timothée Chalamet? Oh, il talento, la bellezza, la poesia!" (scroscio di pianto)
4. Aspettare che finisca l'inverno per poi aspettare che finisca l'estate.
5. Oziare mollemente sul divano sfogliando riviste d'arte nella quiete di una villa seicentesca, mentre Mafalda prepara la cena – in realtà hai in mano il giornalino del Conad con le ricette di stagione e l'oroscopo che raccomanda ai Gemelli di aspettare la primavera per dedicarsi ai lavori di casa, e quel che resta del divano si sta lentamente sbriciolando sotto di te, ma, come sappiamo tutti, nulla è più forte dell'immaginazione.
6. Portare a riparare la bici dal vecchio Anchise. Il biciclettaio non si chiama Anchise? Fa niente. Chiamarlo Anchise ugualmente.
7. Fare colazione, possibilmente sotto le fronde, con un uovo alla coque.
Foto di Giulio Ghirardi |
8. Dare una seconda, mai sperata, possibilità, al succo all'albicocca.
(Ok, questo è un punto molto personale: credo esista un solo alimento al mondo che la sottoscritta considera come un dispetto, ed è la marmellata di albicocche. Il succo ci va molto, ma molto vicino. Ma, quando lo tracanna senza ingozzarsi nonostante la densità, Oliver lo fa sembrare così dissetante che potrei decidere di riprovarci. Vi terrò aggiornati. Se sopravviverò all'esperimento.)
9. Attendere la stagione delle pesche.
E per concludere
10. Andare a vederlo di nuovo. Riprendere, con rinnovato struggimento, dal punto uno.
Bellissimo il film e il tuo post, cara Norma. Leggerò anche il libro! Grazie <3
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