sabato 13 giugno 2015

Sono arrivate le gru

“Ti aspetto più tardi, ma non prima delle 6” 
Così mi dice ed io eseguo. Nemmeno mi chiedo il perché. Sono curiosa, certo, ma preferisco scoprirlo dopo, di cosa si tratta. A volte mi piace che le cose scorrano. 




Esco di casa volando, nel pomeriggio torrido del 2 giugno. Le biciclette sfrecciano verso il parco, io vado nella direzione opposta, verso le vie del centro. 
Ho un unico desiderio, al momento, e decido di esaudirlo subito: prendo un gelato. 
Non si possono avere pensieri tristi, mentre si mangia un gelato. Io, la gonna lunga che si arriccia al vento dei miei passi, la mia borsa sempre troppo pesante.
Arrivo, quasi. 
I miei occhi a istinto si spalancano verso l'alto, cercano dall'altro lato della strada. 
Sono le 6 e 10. 
E le vedo. 
Volteggiano. 
Sono così bianche, investite dalla luce del sole, da non crederci. 
Così lieve è il loro movimento, così calmo. Un'oscillazione infinita, percettibile appena, un tempo lento e quieto, come il respiro di chi scivola nel sonno. 
Pare che galleggino. 
Che intorno a loro non esista nulla se non il silenzio di un pomeriggio d'estate, fatto solo d'acqua e d'aria. 




Entro col cuore in trepidazione. 
Mi fermo, le guardo. 
Un biglietto minuscolo mi dice quello che sentivo e speravo: sono per me. 
Le gru si sono sospinte fino a qui e ora animano il soffitto coi loro brevi voli di carta. 

Montserrat mi aveva già regalato delle gru – sono sempre pronte a comparire nelle fotografie che scatto nell'unico angolo condivisibile di casa – tutte colorate per mia esplicita richiesta. 
Questa volta, invece, non le avevo chiesto proprio nulla. 
Ma, alle volte succede, le persone decidono di volerti sorprendere.
Si prendono un momento della loro vita e pensano a te. Scelgono un gesto, con cura, e te lo dedicano.
Sono ferma all'ingresso del locale e le gru si muovono piano.
Quel volo bianco, silenzioso, puro, sopra la mia testa – quel mondo semplice e incontaminato – è la mia immaginazione che si dischiude. Senza scalpiti. Che fiorisce. 
Che crede sia possibile. La pace.






E allora sono io, adesso, che mescolo il vociare in lontananza con i primi sogni, che cedo al peso delle palpebre e al fresco delle lenzuola, che divento bianca, candida, fatta solo d'acqua e d'aria. 
Volteggiano.

Lei sa.  
E questo è l'importante.


11 commenti:

  1. Che meraviglia! Che regalo stupendo, che pensiero pieno di affetto. Un piccolo sogno, leggero e delicato.
    ti abbraccio

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    1. Sì. C'è davvero tanto, dietro un gesto come questo.
      :) Un abbraccio a te Fenice!

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  2. Ma che magia!! I regali inaspettati sono i più belli, se poi sono fatti con il cuore e con un pizzico di incanto, diventano indimenticabili... mi hai regalato un minuto di felicità in questa domenica grigia, sappilo. :-)

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  3. :))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))

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  4. Molto suggestive le tue immagini. Così come la bella esperienza che descrivi.
    Un sorriso per la giornata.
    ^__^

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  5. Un sorriso di passaggio.
    Ti aspetto sulle mie pagine.
    ^__^

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  6. Se lo facessero con me credo che mi metterei a piangere.

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