giovedì 17 marzo 2016

I libri dei ricordi: Il mistero di Agnes Cecilia

Ho avuto un'illuminazione mentre ero sull'autobus: dedicare una rubrica ai libri dell'infanzia, quelli che hanno segnato la nostra* vita in maniera dirompente e irrimediabile. 
Di questa illuminazione devo ovviamente ringraziare Marina di interno storie: è stato dopo aver letto del suo primo libro che mi è venuto il desiderio irrefrenabile di ripescare il mio. Mettersi a sfogliare anche gli altri libri che se ne stavano lì accanto, con un misto di felicità, commozione e sacralità, è stato inevitabile e il risultato è che ora ho voglia di rileggerli tutti. 

*Siccome mi conosco e so bene di essere costante per un massimo di 12 minuti, ho deciso di coinvolgere anche voi in questa rubrica: ogni tot (non ho ancora deciso a quanto debba corrispondere questo tot, siate clementi) tra le nuvole sbucherà un ospite col suo libro dell'infanzia prediletto

Oggi comincio io. Per l'occasione recupero un mio vecchio post e lo rammendo un pochino, che, come sempre quando rileggo le vecchie cose, vedo solo gli errori. 

"Il mistero di Agnes Cecilia" quasi 20 anni dopo




Ho incontrato Nora per la prima volta 19 anni fa e ci siamo subito capite, quasi identificate. La complicità è nata dall'assonanza dei nomi e da una certa vicinanza caratteriale ben espressa da quell'hobby in cui entrambe eccelliamo: rimuginare. 
Era il 1997. All'epoca io ero una bambinetta pallida e incline al silenzio e alla malinconia. Nora era una ragazzina di carta, alle prese con una storia affascinante e misteriosa. Uso il termine misteriosa perché la Norma di allora impazziva per i misteri. Ed è proprio grazie a questa parola che ha conosciuto Nora. 

"Il mistero di Agnes Cecilia", della scrittrice svedese Maria Gripe, era il mio libro preferito quando andavo alle medie. Nell'arco di quei tre anni l'ho letto 5 volte, l'ho sottolineato e studiato a fondo, copiandone frasi intere sui miei quadernetti, l'ho immaginato e rivissuto nella mente, fino ad imprimerlo nella memoria. 
Nora ha 14 anni quando si trasferisce nel nuovo appartamento con la sua famiglia adottiva: zio, zia, cugino e cane. Non appena entra nella sua nuova stanza, si sente a casa, sente di aver trovato un posto tutto suo. Ed è proprio qui che, quando si trova da sola, iniziano ad accadere cose che non si riesce a spiegare: avverte dei passi nella stanza accanto e il tempo pare restare in sospeso. Nel ristrutturare l'appartamento, trovano dei vecchi oggetti, di cui Nora si fa custode. Con curiosità comincerà ad indagare su ciò che si cela dietro queste piccole cose ritrovate ed incontrerà chi saprà aiutarla a ricostruire una storia d'altri tempi, eppure così vicina a lei. 
Nora è una persona pensosa, immersa nelle sue paranoie, mangiata viva dai sensi di colpa, sottile osservatrice degli atteggiamenti degli altri, che traduce sempre in un qualcosa di negativo nei suoi confronti. Chissà se a 11 anni mi rendevo conto della somiglianza, che mi è apparsa ora così lampante, tra me e quel personaggio. 




A distanza di anni, e dopo averlo riletto anche di recente, "Il mistero di Agnes Cecilia" rimane per me un libro dalla trama preziosa, un portagioie che raccoglie e svela immagini che rilucono: i passi nella stanza rotonda, le ombre degli uccelli sul muro, la sveglia che ticchetta su davanzale. La bambola, gli oggetti trovati nei ripostigli nella casa nuova. Una specie di sogno, scoprire le vite degli altri attraverso le loro cose. Il secchiellino azzurro pieno di sassolini, la borsetta di perline, il braccialetto con il cristallo di rocca. Sono tutti ancora qui, come se li avessi davanti in questo momento. La ragazza che corre nel giardino aprendo l'ombrellino giallo. 
Ogni scena è pervasa da una luce delicata, in bilico tra la fantasia e la realtà, ogni descrizione è viva, guizzante, concreta. Si potrebbe andare alla ricerca di quella casa, visitare quelle stanze, pretendere di trovare quegli oggetti e ricostruirne il percorso che li ha portati fin lì. 
Credo che gran parte del mio immaginario sia stato assecondato ed arricchito dalle sue pagine, che molte mie riflessioni sulle persone, sulla labilità del tempo, sulla vita degli oggetti, abbiano preso il via a partire da questa vicenda. 

Mentre scrivo, ascolto la musica di un carillon, malinconica e lievemente inquietante, e la casa si immerge nel buio, perché io accendo la luce solo quando inizio a non distinguere più i tasti. L'atmosfera è perfetta per sfogliare questo libro ancora una volta. La meraviglia e l'incanto sono gli stessi di allora.


6 commenti:

  1. Quante suggestioni rivivono in noi quando ci affacciamo nei ricordi dell'infanzia e della giovinezza.
    Il mio primo libro letto l'ho trovato e gli faccio una foto così lo condivido.
    Non sono mai stata una gran lettrice, c'è poco da fare, ma qualche pietra miliare l'ho collezionata. Mi farò cullare dai ricordi.
    Un abbraccio
    la effe

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    1. Che bello che hai trovato il tuo primo libro, sono curiosa!!! :D

      Ti abbraccio!

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  2. Lo sto rileggendo anch'io e nonostante gli anni passino lo amo sempre di piú . é un libro affascinante, coinvolgente. Non lo butterò mai via.

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    1. Sì, continuo a trovarlo affascinante, mi fa lo stesso effetto di meraviglia ogni volta che lo rileggo, a qualsiasi età.

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  3. Era da un po' di tempo che il ricordo di questo libro riaffiorava nella mia mente, ricordavo qualcosa della storia, il nome della protagonista, ricordavo che era stato uno dei miei libri preferiti quando avevo 10 anni... Ma non ne ricordavo più il titolo. Ho cercato disperatamente di ritrovarlo, e soltanto oggi ci sono riuscita... Il tuo post rievoca le stesse emozioni provate da me quando l'ho letto.
    Adesso, a distanza di tanti anni, vorrei tanto poterlo rileggere, per sapere se provo ancora le stesse sensazioni!
    P.

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    1. Non sai quanto sono felice di averti in qualche modo "aiutata" a ricordare questo libro! :) Spero che a questo punto tu riesca anche a ritrovarlo!

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