Stamattina, io e Nervosismo Atavico
(che, guarda caso, ha le mie stesse iniziali) siamo usciti per la
nostra solita passeggiata per andare a prendere l'autobus. Questa
passeggiata assolve alla triplice funzione di:
- sgranchire le gambe
- ascoltare estasiati il canto di un certo numero di volatili urbani
- acquietare le mente
Peccato che l'ultimo punto ce lo scordiamo
sempre.
Di solito accade così: suona la
sveglia e noi, in all'incirca tre nanosecondi, abbiamo già elencato
tutte le cose da fare in giornata, quelle che abbiamo fatto male il
giorno prima, quelle che faremo male il giorno dopo. In più, abbiamo
già provato, copione in mano, tutti i dialoghi che si svolgeranno
nelle successive 24 ore, non sia mai ci si scordi qualche battuta
fondamentale.
Siamo così pronti per la nostra bella
passeggiata rilassante.
Ogni passo un pensiero. Ogni refolo di
vento una paranoia. Arriviamo al lavoro un pochino tesi, ma tanto ci siamo abituati così.
Poi, un bel giorno, io e Nervosismo
iniziamo a leggere dappertutto cose come “Vivi il momento!”, “Sii
presente a te stesso!”, “Scopri come diventare una persona
migliore grazie alla mindfulness!”, “Meditazione oggi: 5 minuti
al giorno e addio stress – solo per occidentali”.
Il primo pensiero è stato rilanciare a nostra volta
con un corso “Come diventare persone agitate e con la smania del
controllo in sole 6 lezioni, guru con esperienza trentennale”. Poi
ci siamo arresi. Quasi subito e per pochissimo tempo.
Quindi noi, che siamo zen come il
tubetto del dentifricio strizzato male, ci siamo detti che, in fondo
in fondo, provare a fare una passeggiata senza ammorbarsi troppo di
pensieri poteva essere una cosa accettabile. Persino gradevole.
Concentrarsi solo sui propri passi, sulla camminata. Fare spazio,
fare silenzio.
Un passo, un pensiero – no, aspetta
un attimo, adesso chi se ne importa di quella mail? Senti, c'è il
merlo che canta. Un passo, una paranoia – no, ma ti pare, non ti
odia, stai tranquilla! Ascolta il rombo del motore. Oh, guarda, un
gallo! Questo clacson ha un suono melodioso. Tho? C'è l'annuncio di
un imbianchino. In questa aiuola bistrattata stanno però crescendo
le viole.
E così fino a che non sono arrivata
alla fermata dell'autobus e quando il nonno vigile mi ha salutata,
non ho capito cosa mi ha detto, ma gli ho prontamente risposto “Non
riuscivo a capire che uccello era”.
Era una ghiandaia.
Mi sembra un ottimo approccio, almeno per un po' non si fa veleno :-)
RispondiEliminala effe
Non è sempre facile, ma ci sto provando...
EliminaDi blog in blog sono approdata qui, ho letto qualche post e mi piacciono molto, mi ritrovo nelle tue parole e mi ha fatta sorridere la tua ironia ;) Ho tenuto un blog per 10 anni... anche quello era orgogliosamente atematico, ora riparto più o meno con gli stessi intenti :D
RispondiEliminaGrazie Agata! Tra l'altro noto che il tuo blog non solo è atematico, ma ci sono pure le nuvole :D !
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