Un post sentimentale. È l'età.
Apro gli occhi e lo vedo. È l'albero senza nome, tutto impettito davanti alla finestra. Le foglie verde chiaro sono screziate dalla luce del sole. Lo vedo e penso “Sono in campeggio”. Campeggio vuole dire libertà e felicità imminente, vacanza, aria fresca, passeggiate indolenti e chiacchiere. Apro gli occhi meglio e riconosco i contorni della mia camera da letto. No, non sono in campeggio. Eppure è come se lo fossi, così mi sento.
Sono fortunata. Sono nel bel mezzo del mio mese preferito.
Maggio mi ha insegnato a fermarmi, a dilatare i tempi a dismisura, ad accettare che felici è bello, ma felici apposta è disumano. È stato il mese più lungo dell'anno. Forse lo sapevo già prima che iniziasse e l'ho atteso come si attende un parente noioso e borbottante, che sai già si stanzierà nel tuo salotto più del dovuto. Quel parente che ancora non approva che tu porti i capelli corti pur essendo femmina – proprio non lo concepisce – o che ti giudica dalle scarpe. Ma alla fine, quando se ne va, ti insegna le cose di cui sopra. Soprattutto ti insegna che esiste.
Poi è iniziato giugno, il mese notoriamente più bello dell'anno, quello che attendo con frenesia dal primo di gennaio. Il mio entusiasmo per questo mese di ondeggianti papaveri e spighe dorate è presto spiegato: c'è il mio compleanno.
Il 10 giugno di quest'anno ho compiuto trent'anni.
Non ho nemmeno fatto in tempo ad accorgermene che già me ne vado inesorabilmente verso i trentuno. E sono sempre io. Sono fortunata. Questo giugno è una scatola ricolma di regali.
Ci sono accadimenti che più di altri ti fanno dire grazie. Con l'aria instupidita e un poco boccheggiante. Grazie.
Ogni tanto mi vengono delle idee balzane, che poi, così come arrivano, se ne vanno, perché abbondo di idee ma pure di pigrizia. L'idea in questione era proprio scrivere un bigliettino di ringraziamento. Mi sono bloccata quando ho iniziato a pensare a chi. E cosa dovessi scriverci. Grazie e basta? O grazie per – che ne so, una cosa generica: grazie per il tuo sorriso solare, per avere sempre la parola giusta al momento giusto, per la sopportazione, per il pane quotidiano?
Mi sono bloccata soprattutto perché mi è sorto il dubbio, a un certo punto, che non volessi farlo esattamente per l'altra persona, ma per me. Certo, è bello dire grazie, quasi più facile che sentirselo dire.
Sono fortunata.
Per miliardi di cose minuscole.
Apro gli occhi e vedo un albero di fronte alla mia finestra.
L'undici giugno ho scritto sul mio diario “Sono fortunata” e il 13 mi è stata recapitata nella buchetta della posta una spilla con su scritto “Fortunata” e queste cose piacciono da morire al mio cervellino.
Sono circondata da persone che mi vogliono bene e non hanno nessuna paura di dimostrarlo: amano farmi sorprese per vedermi ridere come se avessi cinque anni, mi prendono in giro nella speranza che finalmente impari a non prendermela troppo, mettono su una corale per cantarmi Tanti auguri a te, mi tagliano i capelli, mi confidano le cose più assurde, mi salutano come Pocahontas saluta John Smith, mi cercano nel momento del bisogno, sono presenti, sono vicine, sono sincere.
Esiste forse fortuna più grande di questa? Non credo. Sul serio, non credo.
E quindi grazie.
Energia e vibrazioni positive, questo emana il tuo scritto. E io ne respiro un po', ci penso e dico che anch'io sono fortunata ed è bello ricordarsene ogni tanto.
RispondiEliminaTi abbraccio
Francesca
:) Che bello che ti siano arrivate, mia cara Francesca!|
EliminaUn abbraccio a te
Uh. Che bello afferrare un po' della tua gioia e dei tuoi grazie. Mettono il buonumore :) sono certa che incontrandoti di persona mi piaceresti tanto
RispondiEliminaValentina, tu mi scrivi sempre belle cose e mi emozioni pure un po'.
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